25 maggio dalle 15:00 alle 17:00 Laboratorio di Origami con gli studenti del Badoni
Il giorno 25 Maggio, dalle 15:00 alle 17:00, alcuni allievi della classe 5° info A guidati dall’alunno Sergio Passador, svolgeranno un laboratorio per la realizzazione di origami nella galleria spazioD.
E’ questa la seconda esperienza che vede gli alunni esercitarsi nella “Scienza di carta”. La prima si svolse lo scorso anno scolastico quando furono ospitate in galleria due classi del biennio. Quest’anno si replica con due classi terze. Sotto la guida dell’insegnante di matematica, la Prof.ssa Padelli Daniela e dell’allievo di quinta classe Sergio Passador appassionato e competente di quest’arte, saranno realizzati origami originali che faranno bella mostra in galleria per tutto il mese Maggio.
Con il termine origami s’intende l’arte di piegare la carta (o-ri-gami, termine derivato dal giapponese, ori piegare e kami carta) per costruire un oggetto. L’arte dell’origami passa attraverso varie correnti artistiche quali il periodo HEIAN e il periodo EDO.
Nel 1954 YOSHIZAWA insieme a Randlett definisce il sistema “YOSHIZAWA-RANDLETT”: un vero e proprio linguaggio di linee, punti e frecce, linee piene, tratteggiate e curve per guidare passo-passo il lettore durante le creazioni di una figura origami.
Per realizzare un origami, l’unico materiale che serve è la carta. Per quelli più complessi c’è la carta washi (fabbricata a mano e di produzione giapponese). Oltre alla tecnica basilare di piegatura, col tempo si sono sviluppate nuove tecniche come la tecnica wet-folding o la tecnica soft-folding.
Una variazione dell’origami semplice è l’origami modulare, può essere piatto o tridimensionale. Alcuni origami modulari sono realizzati con tecnica frattale come la spugna di Menger (1926).
Grazie a Yoshizawa, e al suo linguaggio fatto di pieghe, si sono introdotti i diagrammi matematici e questo ha permesso di ottenere un progetto di costruzione per ogni origami. Seguendo il tipico processo matematico si scompone il complesso processo di creazione in alcuni passi più semplici.
Artisti e matematici si sono uniti per una collaborazione che ha permesso l’evoluzione di un’arte dapprima ritenuta semplice passatempo per bambini ma che ora più che mai si apre a vari campi della conoscenza.
Negli anni, si è instaurato anche un legame tra origami e informatica. Robert J. Lang, fisico americano, ha sviluppato “TREEMAKER” un software che permette la creazione e lo sviluppo digitale di origami.
Oggi, le applicazioni tecnologiche degli origami sono importantissime e note.
Si devono a KORYO MIURA, un ingegnere giapponese, il modello di pieghe che permise nel 1995 la costruzione dell’impianto fotovoltaico e quindi la realizzazione del telescopio giapponese, un’altra applicazione è l’airbag e ancora l’impiego della scienza degli origami in medicina ha permesso la costruzione dello stent vascolare. Nel 2017, RYAN MARIO YASIN, ingegnere e progettista inglese, ha ideato una serie d’indumenti TERMO –TRATTATI che permettono ai tessuti di espandersi. E ancora, MASAYA HASHIMOTO, progettista di calzature giapponesi, ha costruito una suola anatomica capace di avvolgere il piede e fornire comodità per l’andatura utilizzando la piegatura furoshiki.
L’Incarto furoshiki è un tipo d’incarto utilizzato per raccogliere oggetti vari realizzato in diversi tessuti che nel 2006 il ministro per l’ambiente YURIKO KOIKE ha riportato in auge e che naturalmente si basa su un sistema di pieghe detto appunto furoshiki.
Anche l’architettura si ispira agli origami. L’Auto portanza, l’Efficienza strutturale, l’Ottima estetica sono tutte caratteristiche delle architetture ispirate agli origami. Esempi di costruzioni architettoniche ispirate agli origami sono la Facciata del quartiere generale della Barklays Bank in Francia e il Dipartimento della Salute di Bilbao.
La scienza degli origami è utilizzata anche in informatica per la costruzione di robot con utilizzi diversi e tutti molto importanti.
Origami robot del Mit di Boston si auto genera a sessantacinque gradi e si sposta in avanti e in indietro, può divenire vettore di farmaci da iniettare nel corpo o avere compiti di ricerca e salvataggio o missioni di sorveglianza e ricognizione.
Il Tribot è il robot soccorritore dell’Ecole Polytechnique Federale, salta sette volte la sua altezza.
Il Puffer è un origami robot progettato dalla NASA per andare nello spazio o in ambienti difficili come deserto o Antartide.
Infine la scienza dell’origami è stata utilizzata per costruire strumenti di difesa come lo scudo antiproiettile con modulo YOSHIMURA.