5 – 20 dicembre 2015 evento spazioD: Raouf Gharbia, Jurij Tilman “Il “sacro” nell’arte, Islam e Ortodossia Cristiana: confronto tra due visioni personali”

 

Evento patrocinato da Comune e Provincia di Lecco. 

Sabato 5 Dicembre alle ore 17:00 sarà inaugurata presso la galleria spazioD la mostra–evento che vede a confronto due artisti di consolidata fama: Raouf Gharbia e Jurij Tilman.

Accanto alle ricercate e intellettuali opere dell’architetto tunisino, che ha già esposto negli scorsi anni nella galleria, ci saranno anche le “icone” dello scultore russo Jurij Tilman.

In un’unica esposizione, l’arte sacra cristiana –ortodossa rappresentata dalle “icone” di Jurij, e quell’Islamica aniconica nelle opere di Raouf che utilizza anche la calligrafia come mezzo di espressione artistica.

Il proposito è dimostrare come l’arte possa costruire un ponte di conoscenza e quindi un collegamento reale tra religioni e culture differenti. La conoscenza della diversità è l’unica strada percorribile per una convivenza rispettosa e civile tra i popoli e uno dei modi per costruire una società multietnica.

Nato a Vladivostok nell’estremo oriente sovietico, Jurij Tilman ha vissuto fino a sette anni in Siberia per trasferirsi in seguito a Mosca dove ha frequentato il liceo e l’Accademia delle Belle Arti e quindi si è laureato in archeologia all’università di “Lomonosov”. Ha lavorato come restauratore presso il Museo del Cremlino e come restauratore di reperti archeologici presso il Museo Pushkin di Mosca. Da trent’anni si dedica alla scultura e risiede dal 1984 a Milano, dove esercita la professione di scultore.

Un percorso originale quello di Tilman, iniziato nell’estremo Oriente Sovietico, passato attraverso Mosca negli anni ’60 e ’70 e approdato quindi in Italia.

Una cultura che si nutre di valori differenti e che reinventa una nuova estetica: nelle sue opere Jurij denuncia gli sprechi della società consumistica attraverso la scelta di materiali di riciclo spesso ritrovati in luoghi insoliti come il mare.

Nella mostra di Dicembre, Jurij presenta una collezione di icone contemporanee. L’antica arte dell’icona russa è rivisitata in chiave moderna dall’artista che ridà vita a materiali di riciclo trovati in riva al mare.

L’arte di Jurij si fonda su un sincretismo vissuto come tendenza a conciliare elementi culturali, filosofici e religiosi eterogenei, appartenenti a più culture differenti.

Le sue “icone” si ispirano all’iconografia della tradizione ortodossa e sono costruite con materiale riciclato: ferro arrugginito, monete, pezzi di vetro levigato, bastoncini e tutto ciò che l’artista ritiene assemblabile a lavorabile.

Per lo scultore siberiano, il materiale per la scultura è casuale, va bene tutto ciò che può essere plasmato, tagliato, incollato, applicato, piegato, o semplicemente raccolto e riunito.

Jurij riesce a plasmare le immagini religiose, tradizionalmente statiche, dando loro una percezione dinamica e moderna.

Lui stesso dice “Conosco bene le immagini teologiche tradizionali: preziose con tanto oro e argento, la tecnica e la scelta dei materiali sono molto rigide. Io non le imito, dell’icona classica sono rimaste l’aureola e le sigle, il resto è solo un accenno ai simboli cristiani, talmente insiti nella mia cultura da essere riconoscibili da tutti. Alla crocifissione, all’Ultima cena, alla deposizione mi basta semplicemente alludere. Nelle mie opere ci sono l’arte classica, i poemi Greci, la Bibbia, L’Apocalisse, l’iconografia: tutta la mia cultura. L’iconografia è la base della mia cultura, ma non so se le mie creazioni si possano effettivamente definire russe”.

Jurij riesce così a far evolvere l’arte, reinventando una nuova estetica. Artista contemporaneo, rivisita i valori antichi attingendo sia ad elementi naturali che ad oggetti di scarto della nostra società ritrovati casualmente e rielaborandoli secondo l’iconografia ortodossa.

Nato in Tunisia, Raouf Gharbia inizia gli studi scientifici per poi laurearsi in architettura in Romania e trasferirsi quindi in Italia nel 1986.

Artista eclettico, adotta l’arte come terreno di dialogo tra il mondo islamico e l’Occidente. Realizza opere di grafica, originali e inconsuete, utilizzando materiali diversi fra cui componenti elettronici, oppure origami che incorpora nelle sue opere che si spingono fino al design moderno. Esperto calligrafo, come nella migliore tradizione Araba, realizza lavori sofisticati dal punto di vista estetico, ma ricchi dal punto di vista concettuale.

Nel 2009, è stato il primo artista ad esporre allo spazioD con l’evento “Sotto l’albero”, nel 2011 ha esposto nella mostra collettiva “Pentagono”, nel 2012 ha portato un suo personale progetto in galleria, “Interscambio d’Identità”, infine è stato curatore di una serie di laboratori nel 2013 sulla scrittura – “Scritture dal mondo” – per le quali ha condotto una conferenza sulla scrittura araba.

Raouf utilizza le sue opere per diffondere la sua filosofia di vita incentrata sull’obiettivo di convivenza e integrazione culturale tra i popoli. La sua arte diventa così un efficace mezzo di comunicazione con l’ambizioso obiettivo di costruire un ponte di dialogo fra Oriente e Occidente, facendo conoscere proprio all’Occidente gli aspetti positivi del mondo arabo-islamico e aiutandolo così a superare lo scontro fra civiltà.

Le sue opere sono estremamente sofisticate, ricercate nel segno grafico, nella scelta dei colori e delle forme. Raouf si muove in “punta di penna” per riscrivere a volte brani del Corano, della Bibbia o della Torah, in piena coerenza con le sue convinzioni che lo vogliono paladino di un vivere interreligioso e interculturale.

Nella sua arte, emergono simboli calligrafici, alfabeti, rappresentazioni matematiche e circuiti elettronici, oltre a note musicali e ideogrammi. Tutto ciò che è simbolo o segno, inteso come portatore di valori che vanno al di là dell’armonia estetica, diventa elemento integrante delle sue opere che appaiono nell’insieme armoniose e ricche di significato. La bellezza di una lettera, di un codice binario o di un pentagramma vengono utilizzati come mezzo comunicativo di messaggi che hanno l’obiettivo specifico dell’interculturalità.

Abilissimo nell’uso di penne moderne, pennelli, penna d’oca, realizza anche incisioni su gesso per dare vita a stucchi arabeschi, decorazioni, segni ed infine origami inseriti in pannelli decorati con micro bassorilievi.

L’Architetto tunisino è innamorato dei più antichi alfabeti del mondo – arabo, cirillico, latino, ebraico, sanscrito – di cui ha profonda conoscenza, e dell’arte aniconica araba, un’arte non figurativa che lui stesso sperimenta e reinventa, unendola ad elementi fortemente iconici dell’arte occidentale, in un mix assolutamente originale.

Il “sacro” nell’arte non è solo una mostra artistica, ma un progetto culturale che vuole utilizzare l’arte come collegamento tra religioni e culture differenti. Simbolo di questo evento è l’opera realizzata a due mani dagli artisti, esempio concreto e visibile di questo obiettivo.

Durante l’inaugurazione, è prevista una performance musicale dal vivo del concertista Francesco Augurio. Diplomato in pianoforte e clavicembalo ai Conservatori di Siena e Perugia, ricercatore dell’Università di Napoli e autore di pubblicazioni di argomento storico e musicale.

Verrà offerto un buffet dolce unisce le tradizioni culinarie siberiane a quelle arabe, curato da Rosalba Zerbin.

 

Eventi collaterali:

  • E’ previsto un evento collaterale Domenica 13, giornata in cui lo scultore Jurij Tilman farà una dimostrazione pratica di come si realizza un’icona. Inoltre è previsto un buffet tradizionale russo.
  • Domenica 20 sarà la volta di Raouf Gharbia con un saggio sull’arte calligrafica e la presentazione del nuovo corso, con la raccolta delle iscrizioni, che si terrà a febbraio 2016.
  • Sono inoltre previste visite guidate alla mostra delle scuole, fra cui la scuola primaria di San Giovanni.